Il pomeriggio del 7 maggio ha portato scompiglio nel cuore della storica Venezia. Un giovane di 21 anni è stato colto in flagrante mentre cercava di sottrarre merce da un noto centro commerciale della città, ignorando del tutto la normale prassi di pagamento alla cassa. Questo incidente ha immediatamente attirato l’attenzione dei Carabinieri della stazione di Santa Croce, i quali, allertati da una segnalazione alla centrale operativa, sono intervenuti prontamente e con grande efficienza. Arrivati sul posto, i militari hanno rapidamente intercettato il ragazzo, recuperando la refurtiva ancora in suo possesso.
un’identità sorprendente: il giovane e l’ordinanza di custodia cautelare
Il fermo del giovane ha svelato un’identità tutt’altro che comune. Non si trattava, infatti, di un semplice furto: il protagonista dell’accaduto era già noto alle forze dell’ordine. Su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia. Tale ordinanza è stata prontamente eseguita il giorno seguente, l’8 maggio, sottolineando l’importanza e l’urgenza della situazione.
Il giovane avrebbe dovuto trovarsi in una provincia vicina, scontando gli arresti domiciliari. Questo provvedimento era stato disposto a seguito di una rapina aggravata che aveva commesso solo pochi giorni prima, il 2 maggio. Tuttavia, non aveva mai adempiuto a questo obbligo, continuando la sua fuga lontano dal domicilio stabilito dalla legge. La sua continua elusione delle misure restrittive imposte gli ha garantito un ulteriore appesantimento della sua posizione legale, evidenziata con la nuova misura del gip.
consegna della refurtiva e misure giudiziarie: la nuova casa in carcere
Con l’arresto del giovane veneziano, la merce sottratta è stata riconsegnata ai legittimi proprietari, restituendo la normalità al centro commerciale interessato dall’episodio. Tuttavia, per il 21enne la strada verso una vita fuori dai guai si è fatta più complicata. È stato trasferito nel carcere di Santa Maria Maggiore, con il giudice che ha ravvisato un elevato rischio di recidiva. Questa decisione è stata necessaria per evitare ulteriori violazioni della legge, certificando che, vista la condotta del giovane, i domiciliari non rappresentavano una misura sufficientemente restrittiva.
L’azione giudiziaria si è quindi conclusa con la revoca dei domiciliari, un passo necessario per prevenire ulteriori infrazioni e garantire la sicurezza della comunità. Questo episodio, al di là del semplice atto di furto, mette in luce le complesse dinamiche che le forze dell’ordine devono affrontare quotidianamente nel tentativo di mantenere l’ordine pubblico e la sicurezza dentro e fuori le città.